Quando hai avuto il tuo primo contatto con la musica ?
Da ragazzino un giorno ho
ascoltato un disco di Listz e sono rimasto folgorato.
Ci puoi parlare delle
principali tappe della tua formazione musicale?
Appassionato di musica classica
ero iscritto alla gioventù musicale e non perdevo un concerto in sala Verdi al
Conservatorio.
Poi ho iniziato a suonare il
pianoforte e mi sono iscritto al corso di musica elettronica tenuto dal M°
Angelo Paccagnini, un grande insegnante e musicista aperto all'improvvisazione
e a tutte le esperienze musicali, penso che se ora faccio il musicista ed
insegno lo devo a lui, altri insegnanti mi avrebbero fatto passare la voglia.
Compositore, Esecutore e
Insegnante, pensi che questi tre ruoli siano perfettamente bilanciati nella tua
attività musicale o ritieni che potrebbero essere meglio distribuiti nella tua
vita di musicista?
Insegnare è molto bello, permette
di imparare sempre qualcosa nel rapporto con gli allievi che sono spesso
geniali.
Compositore ed esecutore sono
ruoli distinti nella tradizione occidentale, io invece li fondo insieme perchè
sento entrambe le esigenze e dato che amo lavorare molto con l'improvvisazione
la trovo una sorta di composizione istantanea.
Ritieni che l’insegnamento sia
anche fonte di ispirazione e apprendimento?
Certo, il rapporto con gli
allievi è un rapporto di scambio reciproco e permette di restare sempre
aggiornati.
Il rapporto è bidirezionale,
tanto si insegna agli allievi altrettanto si apprende da loro.
Penso che sia interessante
spendere due parole su come si è sviluppato ne tempo il tuo rapporto con il
Conservatorio di Milano da alunno a docente.
Con Paccagnini avevo un rapporto
che era anche di grande stima ed amicizia per cui mi portava sempre con se come
assistente anche d'estate quando faceva corsi di perfezionamento. In Conservatorio
c'era la figura del tirocinante per cui dopo il diploma continuavo a
frequentare per insegnare agli allievi del primo anno.
Quando Paccagnini ha lasciato il
corso diventando direttore di conservatorio è entrato al suo posto Riccardo
Bianchini un suo allievo che aveva finito il corso l'anno in cui io iniziavo.
Dopo poco tempo lui si è trasferito a Roma e quindi ho potuto iniziare ad
insegnare a Milano dove sono sempre rimasto.
A tale proposito vale forse la pena di parlare
dell’Ensemble Elettroacustico e di Uroboro Orchestra?
Da molti anni abbiamo avviato un corso
di improvvisazione con strumenti elettronici, inizialmente lo facevo con
Gaetano Liguori che era stato pure allievo di Angelo poi però è risultato un
problema per l'istituzione fare un corso con due insegnanti presenti e quindi
ho dovuto proseguire da solo per gli allievi del nostro dipartimento.
I risultati del lavoro fatto in
questi anni si possono vedere nel mio canale Youtube.
Che ruolo ha l’improvvisazione
nella tua musica e nella tua attività compositiva?
Un ruolo importante, cerco sempre
un equilibrio tra le due opposte polarità di composizione ed improvvisazione.
Quali effetti pensi abbia
avuto l’effervescenza musicale della Milano
degli anni 70 sulla tua musica?
Era un tempo pieno di vita e di
idee nuove, pensavo fosse il caso di liberarsi dai condizionamenti della musica
d'avanguardia ormai diventata accademia, poi è come se tutto adagio adagio si
ingrigisse e normalizzasse, per fortuna oggi nei giovani vedo tornare la voglia
di libertà creativa.
Quando hai iniziato ad
occuparti di musica elettronica? E a quando risale il tuo amore per i suoni
africani e medio-orientali?
Forse verso il 70 quando ho
comprato il piano elettrico e ho iniziato ad ascoltare da un lato compositori
come Berio e Stockhausen e dall'altro la musica di Ravi Shankar e simili.
Al tempo stesso ho iniziato ad
ascoltare anche il jazz e musicisti come Jimi Hendrix in cui sentivo una grande
forza primordiale con suoni che si avvicinavano a quelli della avanguardia
colta.
Poi nel 73 ho comprato il Moog.
Ci puoi sintetizzare le tue
sensazioni attuali sulle opere registrate a tuo nome Watertube/Ringspiel;Riflessi; Scorrevole 3/Fluttuazioni
e Correnti Magnetiche?
Mi piacciono sempre, le ascolto
ancora con piacere se capita.
Puoi raccontarci
approfonditamente l’attività del nucleo artistico “ Correnti Magnetiche”?
Nacque dal mio incontro con Mario
Canali e dalla comune passione per l'arte digitale e il simbolismo.
Inizialmente io facevo anche il
video in basic e le musiche per Mario, poi pensammo che era meglio dividerci i
compiti e quindi io ho continuato con la parte musicale. Ci tenevamo al
concetto di arte collettiva e gruppo per cui poi ci siamo allargati e hanno
partecipato anche Flavia Alman e Sabine Reiff per il video e Tommaso Leddi,
Gabin Dabirè e Maurizio Dehò per la musica.
Abbiamo iniziato a fare concerti
live in cui Mario dipingeva con la tavoletta grafica e il videoproiettore
seguendo le nostre improvvisazioni.
Tra concerti, video ed
installazioni siamo stati presenti dappertutto e abbiamo preso numerosi premi,
al festival Ars Electronica di Linz abbiamo preso incredibilmente il secondo
premio dietro a John Lasseter della pixar che aveva dietro di se una
organizzazione enorme e i finanziamenti di Steve Jobs.
Purtroppo Mario si è stufato
delle complicazioni digitali e si è trasferito a Laurel Canyon (Los Angeles)
luogo famoso per l'omonimo disco di John Mayall ed è tornato alla pittura su
tela.
Siamo comunque sempre in contatto.
Ci parli della genesi di
Futuro Antico?
Dopo il ritorno di Walter Maioli
da un viaggio in oriente di 4 anni ci siamo ritrovati e abbiamo iniziato a
suonare insieme (primo lp Futuro Antico) in seguito è arrivato Gabin Dabirè che
Walter aveva conosciuto in Nepal e ci siamo subito trovati in sintonia.
Possiamo considerare Futuro
Antico come l’evoluzione naturale degli Aktuala?
In un certo senso si, dato che
Walter era la guida degli Aktuala.
Futuro Antico ha iniziato con
la pubblicazione di 2 cassette autoprodotte ci puoi parlare di come sono nate?
A quel tempo avevamo fatto anche
una associazione culturale e ci eravamo
autoprodotti per vendere le cassette nei concerti, aiutati da un numeroso entourage
di amici e collaboratori entusiasti.
Sei soddisfatto della recente
ristampa della prima cassetta e dell’album da parte della Blacksweat?
Si molto anche perchè in un anno
sono già alla terza ristampa e ora oltre all'LP fanno pure il CD.
Sono giovani molto corretti che
come ADN lavorano per amore della musica e non per business, come del resto
faccio anche io.
E relativamente al misterioso
e pressoché introvabile CD “ Intonazioni
Archetipe” che mi dici?
Era stato fatto in piccola serie
per prova ora siamo in contatto con un etichetta fiorentina che dovrebbe
stamparlo come LP.
Futuro Antico è quindi un
gruppo in “letargo” o pensi che la sua avventura sonora sia definitivamente
finita?
Stiamo organizzando alcuni
concerti per la primavera con l'aiuto di Blacksweat, quindi spero che esca dal
letargo.
L’altro gruppo a cui hai
partecipato in maniera continuativa sono i Doubling Riders, raccontaci di come
è stato entrare in gruppo che già esisteva ed in che modo hai contribuito ad
incidere sulla sua evoluzione.
Ci ha messi in contatto Marco
Veronesi di ADN etichetta con cui incidevamo entrambi e il progetto del gruppo
basato sulla collaborazione a distanza tra artisti diversi mi piaceva molto per
cui ho iniziato a collaborare e sono entrato nel gruppo.
Doubling Riders è stato precursore
dell'era internet solo che allora i nastri magnetici si spedivano per posta con
una vera lettera di accompagnamento e quindi era tutto lento.
Anche tu, come Francesco
Paladino, consideri “Garama” come l’opera piu riuscita del gruppo?
Anche il doppio Lp è molto bello.
The Doubling Riders
Puoi parlarci del progetto the
Swimmers Quartet /Quintet?
E un progetto nato da Alzek
Misheff un pittore performer dotato di grande energia che ha coinvolto me,
Maurizio Barbetti alla viola, Rocco Parisi al clarinetto basso, Maurizio Dehò
al violino e numerosi altri collaboratori in alcuni concerti come Charles
Amirkhanian, Theodosii Spassov e il grande Don Buchla.
Quanto è importante per te la
collaborazione sia a livello esecutivo che compositivo con altri musicisti?
Sergio Armaroli Mario De Leo
Nel corso della tua lunga carriera di musicista ci sono state diverse collaborazioni di cui alcune hanno trovato uno sbocco su un supporto musicale ( Sergio Armaroli, Mario De Leo, Ahmed Fakrun, Italo Bertolasi) in altri casi no (Yuval Avital,Ahmed Ben Diab, Pietro Pirelli etc. etc.). I musicisti con cui hai collaborato hanno allargato le tue già ampie frontiere musicali ?
Si certo, ultimamente lavoro con allievi che vengono dallo sconosciuto mondo tecno noise e altro..
e anche se spesso mi lasciano perplesso sento che sono animati dalla mia stessa passione.
Che musica ascolti , se ne ascolti, quando non sei impegnato nella tua attività e quali musicisti consideri fondamentali nel tuo bagaglio musicale?
Ascolto di tutto.
Il mio maestro Angelo Paccagnini e poi: Luciano Berio, Karlheinz Stockhausen, Miles Davis, Gustav Mahler, J.S. Bach, Igor Strawinski, Bela Bartok, Franz Listz, Keith Jarrett, Terry Riley, John Hassel, Led Zeppelin, Lou Reed, Third Ear Band ,la musica araba, sahariana, iraniana ecc....
Questi sono solo i primi che mi vengono in mente.
Quali progetti hai per il futuro?
Un nuovo cd con Sergio Armaroli e Maurizio Dehò che penso sia un ottimo ensemble.
In primavera cerchiamo di organizzare alcuni concerti di Futuro Antico.
E poi chissà...
alcuni video
Angelo Paccagnini Underground